Avevamo raggiunto la soglia del villaggio. Avevo raggiunto la soglia di un altro mondo. E la chiara luce della luna mi svelava l’intimo silenzio delle amache gravide di corpi assopiti, agitati, che leggermente dondolavano tra le ombre dei fuochi ancora accesi, nel lieve borbottio di qualche insonne, il guaire di un cane, il pianto di un bambino. Ci fermammo davanti ad un fuoco. Due anziani stavano accovacciati sui talloni al loro modo, gli occhi fissi al gioco delle fiamme, persi in chissà quali pensieri che ogni tanto si raccontavano in improvvisi frammenti di suoni gutturali e dolci, in un ridacchiare pieno e basso. Accanto, una donna preparava una pastella sul fuoco. Quasi nemmeno si accorsero della nostra presenza. Noi di qua e loro di là, così forte quella distanza, così vera e nitida. Avrei voluto toccarli per vedere se erano veri. Già, perché no? Era solo questa la differenza, una delle piccole grandi differenze: che loro lo avrebbero fatto, lo facevano; come un cane mi avrebbero annusato e leccato fino a riconoscermi. Una sensazione completa capace di definire una persona.
Anni Settanta. Gli anni dell’hard rock e dell’heavy metal. Gli anni della gioventù in lotta contro l’ordine dei padri. Gli anni della rivoluzione sessuale. Lei, Francesca, studentessa universitaria, nel fiore della giovinezza. Lui, Thomas, alpinista di fama internazionale, già quarantenne e all’apice di una leggendaria carriera sportiva. Si conoscono durante “una notte di eccessi e follie”. Tra i due nasce subito una forte intesa, un amore che si nutre della passione, altrettanto forte, per le montagne, per la vita avventurosa e selvaggia fino a quando Thomas scompare sulla Grande Montagna, in circostanze misteriose, durante una spedizione alpinistica in Himalaya. Per Francesca la vita improvvisamente si ferma, sospesa nella lunga interminabile lotta contro l’inaccettabile quotidianità del vuoto, nella speranza di sorprendere un giorno Thomas “aprire di nuovo il cancelletto sotto al melograno” e tornare a casa.
Questo libro racconta le brillanti imprese dell’amico Mario Trimeri, il secondo in Italia, dopo Reinhold Messner, ad avere raggiunto il traguardo delle Seven Summits, ossia ad avere scalato le sette cime più alte dei sette continenti. Ma è anche la storia della nostra amicizia, segnata dalla condivisione per il coronamento del “sogno impossibile”, quello di raggiungere la vetta più alta del mondo, l’Everest. E’ la storia del drammatico conflitto interiore di un uomo tra il richiamo degli affetti a una vita “normale” e il dolore per la morte di un compagno di spedizione. E’ la storia di un uomo che alza lo sguardo verso le vette più estreme per ritrovare se stesso.
Per la maggior parte di noi i Caraibi rappresentano l’archetipo dell’esotico: spiagge coralline con palme, mare cristallino cobalto, temperatura mite tutto l’anno, il sole, la musica, la salsa, il merengue, il calypso, il carnevale. Detto così appare superfluo spiegare il perché di una scelta del genere: chi vuole rilassarsi nella spensieratezza, ma anche chi ama gli sport legati al mare, non ha che l’imbarazzo della scelta tra una vasta offerta di isole, tutte attrezzate per questo genere di attività. Eppure chi pensa che vista un’isola le ha viste tutte sbaglierebbe di grosso. Non solo le isole hanno origini geologiche diverse, da quelle prettamente coralline a quelle vulcaniche, ma la loro morfologia è assai diversificata: dagli affascinanti panorami e paesaggi desertici, di Aruba, a quelli ricchi di vegetazione lussureggiante, di Dominica, Guadalupa e St. Vincent, dalle elevate catene montuose di Hispaniola e Giamaica, alle isole pianeggianti di Anguilla e Cayman, e tanto altro ancora.
Luigi Maria, giovane rampollo della nobile famiglia dei Conti Alessandri, sul finire dell’Ottocento, si imbarca per l’Estremo Oriente. Alcuni anni dopo è tra i primi europei a esplorare il Sepik River, nella Nuova Guinea, in cerca di oro e diamanti, ma di lui se ne perderanno le tracce e la memoria. Un centinaio di anni più tardi, il missionario francescano Padre Bruno viene in possesso di alcuni frammenti del suo diario di viaggio e ne condivide la scoperta con il Professor Antonio Alessandri, antropologo di fama internazionale e segretario della prestigiosa Fondazione “L’Arca Perduta”. Profondamente affascinato dai rituali sciamanici e dal culto degli antenati, descritti nelle pagine del diario, il Professore organizza una spedizione sulle tracce del suo avo esploratore tra i nativi del fiume Sepik, alla ricerca del potere enigmatico del mana. Ne faranno parte il giovane assistente Martin Maier, il ricco ed equivoco collezionista d’arte Ivan Danieli, la sua affascinante e misteriosa compagna Sofia Bartek e il fotografo Oscar Masetti. In realtà, la spedizione in Papuasia cela gli intrighi orditi per il trafugamento del dipinto del Bronzino, l’Allegoria con Venere e Cupido, alla vigilia di un’importante mostra sul Simbolismo nell’arte rinascimentale, promossa e organizzata dalla Fondazione stessa. Che cosa unisce la sparizione del celebre dipinto con il furto di un idolo totemico appartenente a una remota tribù del fiume Sepik? Che cosa accade quando si attribuiscono a questo idolo straordinari poteri occulti? Quali le valenze simboliche tra l’Allegoria e le maschere rituali dell’arte papua? Quali fantasmi e quali difficili trascorsi irretiscono l’anima della bella e affascinate Sofia? Il Commissario Arnaldo Gervasio proverà a dare una risposta agli inquietanti interrogativi indagando sulla Fondazione del Professore e sulle ambigue ambizioni di Ivan Danieli, fino a rischiare più volte la propria vita tra scomparsi e morti ammazzati. Ma il ritrovamento dell’ennesimo cadavere in un canale del fiume Reno getta ombre sulle sorti del prezioso dipinto. Spiriti di anime perdute emergono dal passato dibattendosi e lottando tra passioni ancestrali che uniscono tribali e civilizzati sotto l’enigmatico sguardo delle maschere rituali, archetipi del perenne conflitto tra il bene e il male.